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29 maggio 2012

Il ragazzo di sinistra, parte I

Il ragazzo di sinistra è una specie umana assai diffusa, sopratutto nella mia vita; ne esistono di due tipi: il Wannabe Radical Chic e il Wannabe Punkabbestia, e sono uno più simpatico dell'altro.
Il ragazzo di sinistra Wannabe Radical Chic indossa Clark, non porta mai t-shirt (fanno eccezione le polo, in piena estate, dai colori smorti come il cachi, il beige o il verde spento) preferendo le camicie, meglio se a quadretti, con le maniche elegantemente arrotolate su avambracci magrissimi e pressoché glabri, da fighettina senza nerbo.
Questo determinato tipo umano di solito ha parecchi capelli, e li ama quasi quanto ama il suo pene e tutti i libri di Pasolini; è fermamente convinto di poter conquistare ogni donna (purché sia di sinistra!) solo guardandola languidamente mentre gira le pagine di un qualsiasi libro politicamente impegnato, citando Guccini come non ci fosse un domani e invitandola a eventi pidocchioso-culturali in circoli ARCI di dubbio gusto e di dubbia ubicazione, essendo le vie centrali decisamente troppo nazionalpopolari meglio andare a infilarsi nei più torbidi locali di Famagosta a raccontarci quanto ci manca Gaber.
Il ragazzo di sinistra Wannabe Radical Chic è pieno di sé al punto che se leggesse questo post penserebbe di me che sono una specie di Chiara Ferragni particolarmente velenosa, dai capelli ossigenati e le scarpe firmate, e che gli preferirei un figlio di papà azzimato e bauscietta, mentre lui punta a donne di un certo livello, prima fra tutte Concita De Gregorio di cui, ne sono sicura, cerca le foto dei piedi su Google quando si sente solo.
Sì, perché il Wannabe Radical Chic è raffinato in tutto ciò che fa: i libri che legge sono sempre i più di nicchia, i film che guarda sono sempre i più concettualmente esaltanti, le donne che si porta a letto sono sempre le più interessanti, e i suoi gusti sessuali raramente sono gli stessi di quelli del volgo.
Il Tipo in questione non dirà mai di una donna che ha un bel seno, o un bel culo, o una bella bocca: lui vi dirà che di una donna guarda tendenzialmente i piedi, le unghie, le sopracciglia e i tendini, tettecculo son cose da poveracci - di portafogli e di spirito.
Il Wannabe Radical Chic non dorme, riposa.
Non mangia, degusta.
Non beve, sorseggia.
Non studia, s'istruisce.
Non lavora, ma s'impegna politicamente affinché il mondo del lavoro possa essere migliore per tutti, perché il Radical Chic vi dirà sempre, in qualsiasi periodo storico, che non c'è lavoro.
E se gli chiederete quale tipo di lavoro va cercando, senz'imbarazzo alcuno vi risponderà che lui ci ha provato, hai voglia se ci ha provato, a farsi assumere come amministratore delegato dell'Adelphi ma proprio non l'hanno preso, sistema ladro e mafioso e capitalista e squallido che non premia i giovani di talento dall'ambizione vorace (e il cervello pieno di ovatta).
Inoltre, i Wannabe hanno il senso dell'umorismo di un opossum morto, sono permalosi e vanesi, e fondamentalmente incapaci di prendersi responsabilità: alle responsabilità preferiscono il vittimismo gretto e la superbia senza freni inibitori, probabilmente se potessero clonarsi passerebbero la giornata a palparsi il sedere e a dirsi quanto sono belli.

Vi sono solo due luoghi al mondo che permettono a questa specie di sopravvivere e proliferare serenamente, dato che oltre a quanto già elencato son misantropi di natura: i circoli ARCI di cui sopra e naturalmente le università, di solito alla Facoltà di Lettere&Filosofia e/o Giurisprudenza.
Alla Statale di Milano infatti abbiamo la più grande riserva italiana di questa razza che non si sta affatto estinguendo, è facile osservarli in Chiostro ogni giorno a guardare sottecchi e con disprezzo i loro cugini di secondo grado (i Wannabe Punkabbestia, di cui parlerò in seguito) e con vaga compassione tutti gli altri.
Ma se percaso compare una ragazza (una ragazza di sinistra!) a pochi metri dal loro perimetro allora eccoli i novelli Bertinotti farsi re della scena, con passo felpato tirar fuori dalla tracolla in similpelle un volantino rosso e un invito galante a qualche evento delcazzo, come dicono a Oxford, dal titolo sempre ambiguo, e sempre pallosissimo: 'Il Nome della Prosa, letture di testi civili da Umberto Eco a Asterix&Obelix', 'Harry Potter e il camice di Monti, aperitivo letterario e riflessioni sul piccolo mago fascista', 'Come essere di sinistra e scisci senza ostentare troppo la grandezza del portafogli e del pene', e vai di sorriso incantevole e spiegazioni sommarie, il tutto condito da lunghe lunghissime occhiate ciglia contro ciglia (come già detto, loro non sono superficiali, loro le donne le guardano negli occhi) e lo scambio dei contatti Facebook, 'anche se non lo uso mai'.

E le ragazze, oche che non sono altro, invece che fare la cosa più furba (scappare urlando che la Corazzata Potemkin è una cagata pazzesca) di solito ci cascano e ci cascano con tutte le scarpe, fino a che il Wannabe non le lascerà col cuore spezzato dicendo loro che purtroppo è la società a privarci della voglia di avere una relazione stabile, e io ti amo ma amo di più il Neorealismo, non possiamo stare insieme devo unirmi ai Nuovi Partigiani, e davvero ci tengo tanto a te ma se voglio vincere queste elezioni universitarie dovrò andare a letto col Magnifico e mi spiacerebbe farti male.

Il Wannabe RC ha il suo fascino, è vero, ma è un fascino finto e preconfezionato tale e quale a quello dei dolci industriali: a guardarli ti sembrano buonissimi e pieni di gusto, ma se ne mangi uno ti nausea quasi subito e non avrai mai voglia di provarne un altro, perché fondamentalmente sono tutti uguali, asettici e finti, van bene giusto per le serate in cui la fame da eccessi di alcol e droga rimbambisce le pareti dello stomaco, ma francamente nessuno li mangerebbe ogni giorno per colazione.
Io preferirò sempre un cornetto caldo, grasso e simpatico: costa di più ed è raro trovarne di buoni, sporcano le mani e ti riempiono di briciole e di zucchero a velo, saranno dozzinali...ma almeno sono autentici, e proprio perché sono cucinati freschi ogni giorno nessuno è mai uguale all'altro, ognuno ha un sapore che è tutto suo e che può farti felice per un giorno intero - con quegli altri, quelli di cui sopra, magari al momento ti sembra di goderci un sacco, ma alla lunga non ti restano altro che calorie da bruciare, saporacci sul palato, e sensi di colpa da gestire.

8 commenti:

  1. Siine, orgogliona!

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  2. Mi è piaciuto questo commento, molto Radical Chic! Ti bacio Mari :)

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  3. Notevolissimo, se escludiamo i mancati (e per fortuna) riferimenti alla "poesia" (quella con le virgolette, dove le virgolette rendono implicito il brutto al di là di ogni sospetto), eretta dal Wannabe Radical Chic a feticcio supremo dell'ostentazione culturale.
    In compenso, la Corazzata Potemkin è un film della madonna: questo se, e solo se, ammettiamo che è ANCHE un film tremendo.

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  4. Sul riferimento ai piedi di concita de Gregorio sono morta. Lunny

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  5. Dani, invece secondo me il WannabeRC è più uno da prosa e teatro e cinema d'élite, ma vedrai che questo argomento che ti sta tanto a cuore avrò (avremo!) modo di svilupparlo per quanto riguarda il Ragazzo di sinistra parte II.
    La Corazzata Potemkin non l'ho mai visto, e comunque prima devo guardare Kung Fu Panda!

    Lunny, ne sai! Ish.

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  6. Quoto Lunny, ho riso cinque minuti. Ok che venivo da un video sul Tubo che mi aveva ridotta alle lacrime e magari ero un tantinino fragile, ma... ROTFL.

    Vanna tevebè. Gran post.

    (segretamenteh tttuah, Donnie M.)

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  7. Love you, e se vuoi ne scrivo uno su metallari buzzurri così lo fai leggere al gran manzo del tuo uomo :D ahahaha! Ti bacio Donnicina. <3

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  8. Non lo so, il RC se può mette bocca un po' su tutto, ndo' coglie coglie, basta che il poeta random morto da leggere/far leggere sia sufficientemente lirico, polarizzato sull'asse franco-spagnolo Prévert (anagramma di Pervert) e Neruda (anagramma... no, lasciamo stare).
    Questo con l'intento di accalappiare giovini esponenti del sesso tendenzialmente opposto.
    Per i fissati della poesia civile aspetto il secondo round.

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