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25 settembre 2012

Il quarto d'ora femminista

Benvenuti al Quarto D'Ora Femminista!
La nuova rubrica di Banalityfair in cui si dicono un sacco di luoghi comuni sull'altro sesso e si arriva a conclusioni teatrali! 
Buona lettura!

Perché i maschi trovano sexy quei punti del corpo che noi consideriamo ripugnanti o, tutt'al più, insignificanti? Perché ci ostiniamo a curarci i capelli, le unghie, perché compriamo creme antirughe, indossiamo bianchieria intima di seta e ci distruggiamo le palpebre a suon di ombretti? Tanto loro queste cose non le guardano, loro hanno le fisse - quelle parti del nostro corpo (solitamente noi le odiamo, o le consideriamo di poco conto) da cui non riescono a togliere occhi e mani di dosso.
Parliamo delle tette grosse - ne vanno pazzi, e questa è cosa nota.
Una qualsiasi donna che porti dalla quarta misura in su vi dirà che farebbe qualsiasi cosa per farsi ridurre il seno, perché lo trova imbarazzante, volgare e scomodo.
O la ciccia sui fianchi, croce di ogni Donna degna di tale nome - tutte, anche le più magre come la sottoscritta sono dotate di piccoli cuscinetti adiposi appena sopra le natiche, è una legge della fisica.
Loro le adorano, "le maniglie dell'amore" che noi ci scarnificheremmo di dosso col machete, se solo esistesse un antidolorifico abbastanza potente - quelle che vengono segnate da tutti i vestiti che non siano di almeno tre taglie più grandi della nostra.
E quando andiamo a comprare della bianchieria intima supersexy e lui reagisce allo stesso modo di quando ci becca con le mutande della bisnonna, iniziando a sbavare, ululando e facendo gli occhi da pazzo? 
E i maniaci delle piccole cose? Che non si accorgono se ci tagliamo trenta centimetri di capelli ma vanno pazzi per quel neo insignificante che abbiamo appena sotto l'orecchio sinistro, o quel modo che abbiamo di pronunciare parole banalissime come "Grazie amore mio" che li manda letteralmente in brodo di giuggiole?

Gli uomini sono ben strani.
Ci sono quelli che s'innamorano solo delle stangone con corpo perfetto, capelli pettinatissimi, mai un pelo di troppo, che si fanno il bagno nell'Opium e hanno il cervello di una sogliola e poi si lamentano perché li tradiscono - e quelli che chiedono l'Estrema Unzione per un raffreddore ma quando hai il ciclo e sei nervosetta ti dicono di non fare scenate - e quelli che ci esci e parlano di poesia, di romanzi di Flaubert, di musica classica e di rumore del vento e poi alla prima occasione ruttano come scaricatori di porto, magari guardandoti negli occhi e subito dopo dire che con te si sentono così a loro agio - e i maniaci dello specchio, i maledettissimi di provincia, i musicisti egomaniaci, i pignoli impenitenti, gli ubriaconi e i malvagi, manipolatori, crudeli.



Ci sono uomini di tutti i tipi, penso, e penso anche che ventitre anni siano pochi per dire di conoscerli a fondo - penso anche però che ogni donna di qualsiasi tendenza sessuale essa sia non possa farne a meno, almeno uno, fosse anche il migliore amico gay che ci ruba il lucidalabbra o il fratellino piccolo per cui uccideremmo chiunque, il figlio adolescente stronzo che ci chiama "streghe" e il padre un po' burbero di cui abbiamo dentro l'immagine. Almeno un uomo nella vita serve, perché in quella sconfinata idiozia che conosciamo intorno ai sette anni, quando il migliore amico di scuola ci sputa la gomma in testa perché è innamorato di noi, io credo sia nascosta l'altrà metà del mondo, quella che ci strappa fuori le cose più belle.

14 settembre 2012

Non c'è trucco non c'è inganno!

Ci sono quelle che non si truccano, e si dividono in due categorie: chi del trucco avrebbe effettivamente bisogno (anche una ritoccatina alle sopracciglia non guasterebbe, e togliersi i baffi potrebbe essere una buona idea) e chi invece non ne ha bisogno affatto - e io queste ultime le odio, le odio sinceramente, come non ho mai odiato altro in vita mia, perché la loro pelle è naturalmente perfetta e i loro occhi sono naturalmente languidi, le ciglia naturalmente lunghe, le labbra naturalmente tumide.
E io, costretta da sempre e per sempre a puntare sulla simpatia, sono naturalmente invidiosa.
Ci sono quelle che si truccano sempre alla stessa maniera, poco e bene, tutti i giorni: un velo di cipria, una riga sottile di eyeliner, mascara sulle ciglia superiori e via, pronte per affrontare la giornata - che debbano andare agli uffici della motorizzazione o a un appuntamento con Antonio Banderas non fa differenza, al massimo puntano sull'acconciatura o sul vestiario, ma il makeup rimane quello.
Ci sono le fanatiche, ma non lo sono mai per sempre - di solito abusano per qualche mese dei tutorial su internet e per un periodo che va dalle quattro alle dodici settimane non fanno che comprare ombretti, rimmel colorati, blush in crema, lucidalabbra appiccicosi, e scialacquano interi stipendi da Kiko, sono il terrore dell'OVS, e si mettono tutto in faccia contemporaneamente.
E' una mania diffusa, io stessa ne sono uscita a fatica circa un anno fa: mi conciavo come Moira Orfei svegliandomi appositamente mezz'ora prima del solito ogni mattina per impiastricciarmi le palpebre con colori pastello accesissimi e cimentarmi nell'uso dell'eyeliner in crema - con risultati, devo dirlo, scarsissimi.
Le fanatiche tengono i trucchi in una specie di baule dalle dimensioni associabili a quelle di un piccolo monolocale arredato e hanno così tanti pennelli che potrebbero tranquillamente darsi alla pittura su tela appena la mania del make up sarà finita.
(Io, che non ho talenti se non quello di spaccare le palle, ho preso tutti i miei cimeli coloratissimi e profondamente inutili e li ho regalati alla mia migliore amica che è appena entrata nel tunnel delle polverine magiche che non si applicano alle narici, ma sulle palpebre e sugli zigomi).
Ci sono quelle che non si truccano mai ma quando si truccano lo fanno bene, e sono decisamente le mie preferite - vanno in giro con la faccia rilassata e luminosa di chi ha dormito in mezzo alla foresta pluviale, ma alla prima grande occasione sfoderano smokey eyes degni del Festival di Cannes e colori abbinatissimi, rossetti che non sbavano mai e contouring esperti che cambiano completamente la forma del viso.
E infine, ci sono quelle come me, che tutti i giorni passano venti minuti a truccarsi per dare l'idea di non essersi truccate affatto.
Il mio rito di makeup quotidiano, e quando dico quotidiano intendo che per me ha la stessa valenza del lavarmi la faccia e i denti, si compone di: fondotinta, correttore, cipria, blush, matita bianca per la rima interna dell'occhio, matita nera per la palpebra inferiore e mascara, mascara a strafottere, mascara come se non ci fosse un domani, il tutto sfumato, sfumatissimo, così sfumato che pare che non ci sia.
Insomma, truccarci non ci rende belle (per quello ci vorrebbe un miracolo, non c'è fondotinta che tenga) ma quantomeno presentabili - ed è già un risultato più che mai auspicabile.

E gli uomini, che cosa ne pensano?
Io di solito ho a che fare con quelli che si dicono attratti dalle "ragazze acqua e sapone" - perché non sanno che se io riducessi realmente i miei riti di bellezza quotidiana ad "acqua e sapone" il viso mi si staccherebbe pezzo dopo pezzo come l'intonaco delle case abbandonate, e sarei costretta a esibire la carta d'identità non solo per acquistare alcolici e sigarette ma anche solo per prendere l'ascensore, il cui uso è vietato ai minori di dodici anni non accompagnati.
Senza trucco somiglio tremendamente a Gollum, o a Iggy Pop prima della pubertà.
Senza trucco non sopporto di farmi vedere da nessuno, a malapena da me stessa.

Senza trucco però c'è chi è stato capace di dirmi "Sei bellissima", e mentiva sapendo di mentire e io sapevo che stava mentendo e non ho detto nulla, a fatica ho sorriso - e ho pensato che forse è questo, solo questo, l'amore.

5 settembre 2012

Parole chiave del mese

Ho deciso la prima settimana di ogni mese dedicherò un post alle parole chiave più carine che ho trovato, parole con cui voi lettori simpatici arrivate a questo blog.
Ho anche deciso che ogni volta che prenderò una decisione del genere dovrò trovare il modo di farvelo sapere, e pazienza se non frega niente a nessuno - quindi, benvenuti alla seconda puntata di Parole Chiaviche, per la prima puntata si veda questo post.

1) "Tengo ombelico tutto sporco yahoo"
Inevitabilmente, la mia preferita; ebbene sì, qualcuno è giunto su Banalityfair attraverso questa frase di dubbio significato - e di dubbio gusto.
Mi chiedo, "yahoo" si riferirà al motore di ricerca, o è un'esclamazione di gioia?

2) "Signore taglie forti nude"
Ecco, tra le varie maialate che si potrebbero cercare in rete questa mi fa quasi tenerezza - ho immaginato un signore sulla settantina, vedovo, che impara a faticosamente a utilizzare internet nella speranza di trovare nuovi amici, e perché no una fidanzata, e si lascia andare alle turpitudini più per curiosità infantile che per reale appetito sessuale.
Cerca "signore", lui, mica "ragazze" o "donne", e le vuole "taglie forti", lui l'ha conosciuta la guerra, la fame, e sa che i chili di troppo sono inequivocabile segno di bellezza e benessere - e nude, perché anziano sì, ma pirla sicuramente no.

3) "Frasi d'amore che piacciono agli uomini"
Beh, care quarantenni single, siete proprio nel posto giusto!
L'ultima volta che ho dormito con un uomo al risveglio anziché dirgli "buongiorno amore" ho chiesto se la maglietta del pigiama che indossava risalisse al periodo in cui era gabber - parola che, per inciso, non mi capitava di sentire dai primi anni duemila.
Forse non è una frase d'amore, ma sono quasi sicura che gli sia piaciuta.

Poi: Vanna Banalityfair, perché finalmente avete imparato il mio nome - vestito homemade fidanzata di Hercules sexy, perché il mondo è bello in quanto vario - te lo dirò francamente, perché la sincerità paga ma prepararsi i discorsi grazie a internet paga meglio - modelle taglia 68, perché alcuni non sanno che se porti la 68 sei un capodoglio, non una modella - e al terzo posto, gli irriducibili: CONCITA DE GREGORIO PIEDI, depravati che non siete altro. 

3 settembre 2012

La prima pietra

"Se improvvisamente tutti sapessimo che ci restano cinque minuti di vita le linee telefoniche andrebbero in sovraccarico, e tutti avrebbero da dire "ti amo" oppure "ti chiedo scusa"."

Ho letto questa frase su Facebook, qualche tempo fa - in uno di quei links orrendi accompagnati da foto che mostrano Converse sgualcite, o ragazze che piangono in un campo di grano.
E' una frase del cazzo, e lo so bene, maledizione lo sappiamo tutti, solo...mi ha fatto riflettere.
Pensavo che se mi restassero cinque minuti di vita e fossi costretta a fare una telefonata (in alternativa preferirei ammazzarmi subito, io detesto le attese) non avrei nessuno a cui chiedere scusa.
Non è poco: realizzare a ventitré anni di esserti sempre comportata bene, insomma, di non aver mai commesso nulla di grave, di non aver mai deliberatamente fatto del male a nessuno - e se fatto, averlo già pagato, profondamente pagato.
Mi sono sempre fatta il mazzo quadro per chi amavo, non ho mai portato rancore se non per brevi periodi, non ho mai fatto torti alle spalle - sono stata una buona figlia, una buona amica, e checché ne dicano anche una brava fidanzata: forse non so amare nel modo giusto, ma amo con tutto il cuore.
In altre parole, dopo lunga riflessione sono giunta a comprendere di essere a posto con la coscienza, e questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza per amarmi un po' di più, che per inciso è uno dei buoni propositi dell'autunno - oltre che iniziare a portare intimo abbinato, struccarmi tutte le sere, resistere alla tentazione di mangiarmi le pellicine.

Quando l'ho capito ho tirato un sospiro di sollievo, ho chiuso gli occhi e mi sono concessa una capatina da Kiko e Bottega Verde - giusto perché quel giorno mi sentivo spirituale.

Poi ho pensato anche che verrà la morte e avrà i tuoi occhi, come una cosa inaspettata eppure sempre saputa, ma questa è un'altra storia.