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24 giugno 2013

Tre giorni

(giugno) C'era una volta un mio amico, indossava una bella camicia, parlava con due ragazze. Ho pensato di ucciderle. Non le ho uccise, e dopo qualche mese lui mi ha preso la mano, io poi l'ho baciato - i bidelli portavano fuori la spazzatura.
(aprile) Il Bed & Breakfast era un ex convento. I soffitti erano alti, le pareti spoglie. Dividevamo un letto di ferro, il materasso era molle, l'Emilia taceva. Emettevo un suono con la bocca, una specie di schiocco - un rumore che rimbombava, si amplificava, si appiccicava all'intonaco. Abbiamo iniziato a ridere, alternavamo le risate a quel colpo sordo di labbra. E' stato un istante da niente, un frammento di tempo, di piccolo e scialbo, come quella stanza a venticinque euro a notte. Ho capito, profondamente e definitivamente, di amarlo come non ho mai pensato si potesse amare qualcosa, o qualcuno.

(oggi) Trecentoesessantaecinque giorni - per raccontarli ne sono bastati tre.
(e sempre) Grazie.